L’Estetica del Codice

Pubblicato venerdì, Giugno 21, 2024

Articolo a cura di Giulio Borchi e Nour Njaimi, studenti del corso DigiWorks23

Nel cuore dell’era digitale, l’informatica si erge come una delle discipline più creative, affascinanti e cruciali. Non si tratta solo di computer e codici incomprensibili, ma di un universo in cui creatività e logica si fondono per risolvere problemi, innovare e trasformare la nostra quotidianità.

Ma perché dovremmo appassionarci all’informatica? Premettiamo che non è solo un settore con alto potenziale remunerativo e occupazionale, ma anche versatile a tal punto da essere applicato in qualsiasi ambito, dalla sanità alla finanza. La biologia computazionale, per esempio, utilizza algoritmi informatici per analizzare sequenze genetiche, portando a importanti scoperte nel campo della medicina. La combinazione di informatica e arte digitale ha anche dato vita a nuove forme di espressione artistica, come la grafica 3D e la realtà virtuale.

Tutte queste informazioni citate qui sopra sono accomunate da un unico concetto chiave: la creatività. Ma come viene applicata all’atto pratico? Ad esempio, durante la scrittura di codice, dove è spesso necessario praticare il problem solving, ognuno trova delle soluzioni diverse, nonostante sia essenziale rientrare in alcuni paradigmi; che non sono necessariamente le più efficienti in generale, ma applicate al contesto del progetto, risultano essere le migliori.

Personalmente, riteniamo che uno degli aspetti più affascinanti dell’informatica sia proprio questa capacità di combinare logica e creatività. La soddisfazione che si prova nel vedere una propria creazione prendere vita, che sia un semplice script o una complessa applicazione, è davvero unica. Inoltre, la possibilità di continuare a imparare e migliorarsi continuamente rende questo campo dinamico e stimolante.

Un altro aspetto che ci colpisce particolarmente è la comunità che si crea attorno all’informatica. Collaborare con altri appassionati, condividere conoscenze e risolvere problemi insieme è un’esperienza incredibilmente arricchente. In un certo senso, l’informatica ci insegna non solo a risolvere problemi tecnici, ma anche a lavorare in squadra e a comunicare in modo efficace.

Immagine 1
Immagine 2

A proposito di “creatività”, facciamo un esempio pratico:

Questo breve codice scritto in Python (IMG1) chiede all’utente di inserire un numero e poi stampa una serie di righe di numeri. Ogni riga contiene ripetutamente lo stesso numero, e il numero di ripetizioni aumenta con ogni riga successiva. Se l’utente inserisce il numero 5, il programma stamperà una riga con il numero 1 una volta, una riga con il numero 2 due volte, una riga con il numero 3 tre volte, e così via fino a 4 righe. Questo crea un motivo a forma di triangolo (IMG2).

Avete notato, come nonostante entrambi portino allo stesso risultato, a occhio uno dei due codici risulti più ordinato? Se sì, complimenti, siete appena entrati in contatto con l’Estetica del Clean Code. Il codice può infatti essere paragonato a una forma d’arte. La scrittura di codice leggibile, mantenibile ed elegante è un’abilità raffinata. I programmatori spesso si confrontano su quale sia il modo migliore per strutturare il codice, proprio come i poeti discutono sulla scelta delle parole. L’arte del “Clean Code” non solo facilita la comprensione e la manutenzione, ma rappresenta anche un ideale estetico.

L’informatica è a tutti gli effetti una forma d’arte in grado di trasformare la creatività in innovazione.

Vi invitiamo infine ad approfondire la materia condividendo un sito dove poter imparare e testare le proprie conoscenze:

https://www.w3schools.com

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